#4 La guerra, l’Italia e il tifo
Benvenuti alla newsletter dedicata al canale video di Limes con anticipazioni e riflessioni
Indice della newsletter
Anticipazioni
La settimana sul canale
La riflessione
Anticipazioni
Geopolitica dei mondiali di calcio in Qatar. Con Nicola Sbetti parliamo dei mondiali da un punto di vista geopolitico (e non solo della questione dei diritti negati nel Paese del Golfo Persico) e ne approfittiamo per discutere anche del ruolo di Cina e Usa nel mondo del calcio.
Beirut, la linea verde ieri e oggi. Puntata con Lorenzo Trombetta (da Beirut) che ci porterà ‘per mano’ lungo la linea verde della capitale libanese, importante non solo dal punto di vista storico ma anche oggi per capire il Libano e il Medio Oriente.
America? - Con Lucio Caracciolo iniziamo il ciclo di trasmissioni dedicato al nuovo volume di Limes dedicato alla tempesta americana e agli Stati (dis)Uniti.
La settimana sul canale
Dopo la puntata sulle proteste in Iran e il rischio che si arrivi a un’altra rivoluzione rubata nell’ex impero persiano, è stata la volta di una di quelle puntate pensate per restare e durare nel tempo: L’importanza di Suez e il Sinai fuori controllo, con Lorenzo Trombetta. Un focus approfondito sul Sinai, da cui dipende la sicurezza del canale di Suez, un’arteria economia e geopolitica fondamentale per gli equilibri mondiali. Proseguiamo quindi il percorso iniziato con la puntata sugli Bosforo e Dardanelli, gli Stretti Turchi, per analizzare una serie di luoghi chiave nel mondo. Fateci sapere se vi piace questa nuova playlist!
Per una volta siamo riusciti a mettere la parola ‘pace’ in un titolo di una nostra trasmissione! È il caso dell’Etiopia, dove è stata firmato un cessate il fuoco, ma rimangono numerosi problemi per arrivare a una vera pace. Ma ormai lo sapete, in genere non diamo buone notizie… ci occupiamo sempre di situazioni problematiche.
Dopo una salutare (almeno per me) pausa dalla guerra in Ucraina, siamo tornati ad occuparci del conflitto con i due Mirko e il solito aggiornamento sulla guerra, questa volta dedicato alla Bielorussia, alle difficoltà di Putin al vertice Csto, alla riunione della Nato a Bucarest e come sempre ai fronti aperti sul campo.
Infine abbiamo rivolto il nostro immaginario cannocchiale alla Cina. Con Giorgio Cuscito abbiamo analizzato le proteste per le misure Covid in varie zone della Cina e la morte di Jiang Zemin, un leader finora probabilmente sottovalutato.
La riflessione
Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio“ — Winston Churchill
La frase di Churchill ha avuto un grande successo negli anni e di recente è stata addirittura citata in una canzone di Fedez. Che Churchill l’abbia l’abbia formulata proprio in questi termini (ci sono dei dubbi), è questione secondaria. Ha il merito di mettere in luce un ‘carattere’ degli italiani cui stiamo assistendo anche in questi mesi, e non mi riferisco ovviamente ai mondiali in Qatar dove siamo assenti, ma alla guerra in Ucraina. Dai dibattiti tv, ai social e fino ai commenti ai nostri video è evidente un modo di affrontare la questione in termini di tifoseria calcistica.
L’ennesima dimostrazione dell’assenza in Italia di una diffusa capacità di analisi geopolitica e/o militare. L’approccio prevalente è ideologico, in tv, sui giornali, sui social. Da che parte stai? Se sei dalla mia puoi dire tutto quello che ti pare, se sei dall’altra parte ti attacco a prescindere. È stato così anche in passato, ma ora noto che le opinioni vengono espresse sempre con maggiore arroganza. Se poi non è chiaro da che parte stai, non è ammissibile. Vuol dire stai nascondendo le tue reali intenzioni e bisogna ‘smascherarti’. Voglia di capire, di approfondire le ragioni degli uni e degli altri: zero assoluto.
L’atteggiamento è evidente anche nei commenti alle trasmissioni sul nostro canale. Non so se sono la maggioranza (alla fine chi commenta è una minoranza degli utenti), ma sicuramente sono la parte più chiassosa. E non si tratta solo di tentativi organizzati di influenzare l’opinione pubblica di un Paese - che pure esistono e sono un fenomeno da tenere in considerazione - o i cosiddetti troll (che però una volta erano più divertenti…). Per non parlare di quelli che commentano sulla base del titolo (spesso travisandolo) senza guardare il video.
La geopolitica è l'analisi dei conflitti di potere in spazi e tempi determinati.
Come spiegato bene da Caracciolo nella pillola tratta da una lezione della Scuola di Limes, (a proposito sono aperte le iscrizioni al corso del prossimo anno) chi fa analisi geopolitica deve innanzitutto di ascoltare le ragioni dei vari soggetti - anche se non le si condivide - e poi anche di cercare di immedesimarsi nei soggetti protagonisti del conflitto di potere che si sta studiando. E questo non significa sposare le ragioni degli uni e degli altri.
Cercare di capire le posizioni in campo finisce quindi prestare il fianco di volta in volta all’accusa di parteggiare per questo o per quello, se invece non si punta a capire il senso dell’analisi. Per questo serve una cultura dell’analisi.
Questo non vuol dire che in un’analisi non si esprime un punto di vista, un’opinione, un’idea, perché l’’obbiettività assoluta non esiste. Per questo nella rivista ci sono diversi articoli con punti di vista diversi. Sul canale questo è possibile solo in parte e solo vedendo più video. Questo è un problema su YouTube per chi capita su un singolo video e non va invece sulla home del canale dove ha una visione di insieme.
È un problema su cui ragionare
Poi ci sarebbe da affrontare il tema della differenza tra propaganda e visioni del mondo (o se preferite della ‘narrativa’, parola più di moda) ma è un’altra storia che magari tratteremo in un’altra newsletter.
Questa newsletter è stata scritta ascoltando la colonna sonora di ‘Alfie’, film del 1966 con Michael Caine, suonata da Sonny Rollins
Alla prossima!
Alfonso Desiderio
PS controllate sempre che la mail della newsletter non vada a finire nello spam o nella sezioni Promozioni per gli utenti gmail.