#6 La guerra, i social, l'analisi
Benvenuti alla newsletter dedicata al canale video di Limes con anticipazioni e riflessioni
Indice della newsletter
Anticipazioni - cosa sarà (Putin, Kosovo, Mappa Mundi Riserva)
La settimana sul canale - cosa è stato (America?, Scuola di Limes, Limes Risponde)
La riflessione - cosa facciamo (L’analisi al tempo dei social)
Cosa sarà
Putin e la Russia - Torna sul canale Orietta Moscatelli in una puntata Mappa Mundi dedicata alla guerra in Ucraina e a cosa fa Putin in particolare
Kosovo-Serbia - Situazione sempre tesa in Kosovo. I rischi di scontri armati sono altissimi nei Balcani che non smettono di essere una bomba a orologeria
Mappa Mundi Riserva - In arrivo una novità sul canale. Estratti dalle dirette e dalle puntate di Mappa Mundi, che sono tornate di attualità o meritano un'attenzione particolare. Facciamo un po' di esempi: i libri consigliati da Lucio Caracciolo per comprendere Stati Uniti, Russia, Germania, Francia e Regno Unito. O gli scontri tra Kirghizistan e Tagikistan. Video più brevi, ma più diretti, per chi non ha visto tutte le puntate, o per chi vuole rivederli o solo per sottolineare degli aspetti che sono potuti sfuggire all'attenzione. Con una mia (nuova) introduzione che li contestualizza. Vedrete. Speriamo che vi piacciano. Fatemelo sapere nei commenti qui, sul canale o sui social
Cosa è stato
È stata la prima settimana in edicola, in libreria e on line (per gli abbonati digitali) per Limes 11/22 America? Sul volume trovate queste trasmissioni sul canale:
America? Se gli Stati Uniti resteranno uniti è la questione del secolo - con Lucio Caracciolo
L’America in crisi: tutte le fratture che dividono gli Stati Uniti - con Federico Petroni
Nel caso li abbiate persi, abbiamo pubblicato sul canale anche:
“Che fare? Una strategia per l'Italia” - Lezione di fine corso 2022 della Scuola di Limes. Sono aperte le iscrizioni al corso 2023 della Scuola di Limes. Tutte le informazioni sul sito della scuola
LIMES RISPONDE con Lucio Caracciolo e le vostre domande
L’EUROPA E LA GUERRA, dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace. Evento organizzato da l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, la Rivista Limes e i Media vaticani
LA GUERRA (al tempo) dei SOCIAL Con Germano Dottori e Mirko Campochiari (Parabellum)
La riflessione - cosa facciamo
Per la riflessione di questa settimana prendo spunto dalla puntata realizzata con Germano Dottori e Mirko Campochiari "La guerra (al tempo) dei social", perché pone questioni che riguardano il nostro modo di lavorare. Ormai i social pervadono la nostra vita e di conseguenza condizionano anche l'analisi, in vari modi. Come abbiamo cercato di approfondire nella puntata, smartphone e social network (i due elementi sono indissolubili ormai) intervengono nella guerra a più livelli.
In primo luogo possono essere ormai decisivi sul campo di battaglia. Gli ucraini nella prima fase della guerra hanno potuto individuare e colpire unità russe grazie ai cellulari utilizzati dai soldati dell'Armata Rossa. Altri esempi nella guerra in Siria li trovate nella trasmissione. Gli smartphone sono uno strumento potente, e lo sono anche in guerra, dove possono essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda di come li usa.
I cellulari cambiano anche il ruolo dei civili in guerra. L'abitante di una città occupata che filma o fotografa con un cellulare le truppe nemiche possono comunicare istantaneamente posizione e caratteristiche degli avversari alle proprie truppe. Di conseguenza i civili corrono il rischio di essere colpiti solo perché hanno in mano un cellulare.
Ma forse il campo più rivoluzionato è quello dell'analisi. Oggi è possibile attraverso i social seguire passo passo gli sviluppi della guerra, avere informazioni da fonti di prima mano, contattare direttamente testimoni oculari, ricevere video e foto di quello che sta avvenendo. Un esempio concreto è quello che riesce a fare il canale Parabellum di Campochiari, che da Livorno riesce ad avere e a comunicare dati sull'ordine di battaglia e la disposizione delle singole unità sul campo.
Potersi immergere nella guerra pur essendo a grande distanza è una grande vantaggio. Ma bisogna stare attenti. Per fare analisi bisogna anche avere un certo distacco per analizzare i vari aspetti. E soprattutto bisogna saper verificare le informazioni. Capire se quel determinato video è vero o falso. Sapere geolocalizzare le foto. Incrociare i dati per fare verifiche. Evitare le trappole della propaganda.
Questo è poi un altro aspetto dell'uso dei social in guerra. Sono strumenti formidabili in mano alla macchina propagandista dei vari soggetti in campo. La propaganda è sempre esistita, soprattutto in guerra, ma ora assume dimensioni mai viste prima. Per sostenere le proprie ragioni, per affermare e rafforzare la versione dei fatti della propria parte si può muovere un vero e proprio esercito cibernetico sui social, composto da essere umani o da programmi di computer (bot), in grado di sommergere i destinatari. Più si urla (anche metaforicamente attraverso il bombardamento di messaggi) e più sembra che le proprie tesi siano diffuse e consolidate. Quantità più della qualità.
Ma per fare analisi invece serve più qualità che quantità, la capacità di capire e contestualizzare le informazioni, di distinguere quelle più rilevanti, è indispensabile per non essere sopraffatti, e fa la differenza tra chi fa propaganda e chi fa analisi.
Buone feste!
Alfonso Desiderio
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